"Record" Edizione 2085 (Settembre)

E' mio dovere mettere in guardia la popolazione dai cubicoli adibiti alla realtà virtuale, soprattutto ora che sono diventati di facile impiego domestico. Ci troviamo di fronte ad un vero e proprio problema fisico mentale e ad effetti collaterali sfortunatamente non previsti. E' oltremodo vero che grazie a queste macchine la realtà virtuale diventa quasi indistinguibile dalla "vera" realtà, se così possiamo definirla, tuttavia credo che dovremo limitare l'uso di queste apparecchiature. Durante i miei esperimenti all'accademia ho preso in considerazione vari soggetti per tipologia d'età e sessi. Una parte dei soggetti in questione aveva vissuto prima della grande catastrofe del 2060, mentre l'altra considerevole fetta degli individui era nata dopo il terribile disastro. Inutile dilungarmi su cose che tutti sicuramente avrete studiato a scuola, il mondo cambiò terribilmente, come tutti voi sapete, durante quel terribile disastro. Ciò che è certo, e soprattutto il fatto più importante su cui voglio soffermarmi e che dopo quel giorno la natura, così come l'uomo la conosceva non esiste più. Le nuove generazioni nascono su un pianeta grigio senza quasi nessuna traccia di verde dove l'impero vegetale è in via di estinzione se non nelle serre automatizzate, le generazioni precedenti hanno invece vissuto per un certo periodo in un mondo se così possiamo definirlo, "normale". I cubicoli adibiti alla realtà virtuale sono in grado di riprodurre atmosfere e luoghi incontaminati di indubbia perfezione. I soggetti più anziani possono sperimentare nuovamente, quindi, le sensazioni di un mondo perduto ma a loro familiare in quanto appartenente alla loro epoca, il problema sono le nuove generazioni. Ci troviamo con trentenni affetti da seri problemi comportamentali, nevrosi, emicranie fortissime, questo dopo aver "assaporato" per così dire anche se solo virtualmente com'era la vita sul nostro pianeta qualche decade fa. Principalmente questi ragazzi non hanno potuto da bambini sperimentare alcuni semplici e straordinari piaceri della vita, quali per esempio passeggiare in un prato verde, una volta immersi nei cubicoli non vogliono più riemergere, rimangono connessi delle ore e nonostante sia fortemente sconsigliato abusare di questo mezzo la gran parte dei giovani non se ne cura. Il risultato è uno squilibrio tra ciò che il loro cervello percepisce con reale e ciò che non è reale. Siamo arrivati al punto in cui per assimilare queste straordinarie sensazioni, le nuove generazioni cadono in depressione, non lavorano, le loro vite affettive si dividono e cercano di dedicare il maggior tempo possibile alla seconda vita loro concessa. Il mio consiglio è sicuramente di evitare queste macchine, statene alla larga, la legge dovrebbe vietarle e la loro dipendenza è letale.

2 commenti:

  1. spero che questa venga da te pubblicata su fb (o quant'altro) la realta' virtuale dell'adolescenza

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  2. Ispirato dal 3D e dai suoi mal di testa (o da altro)?
    Comunque interessante. C'è forse un risvolto ironico oltre le righe.

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