Il ragazzino

Salii sul muretto distrattamente, si era lui, il ragazzino con il suo piccolo lettore mp3 che amava passare gli ultimi istanti di luce ammirando il tramonto. La skyline infuocata riflessa nei suoi occhi gli procurava meditazione, quasi un'oasi dove bearsi e raccogliere le proprie energie disperse lungo la giornata. Con la testa appoggiata sulle nocche pensava al nulla volgendo devozione al rossore che avvolgeva il traffico urbano, scosso ogni tanto dal sibilo del vento o dal rumore di qualche aereo.

Quando ormai era buio era solito prendere la sua roba e avvicinarsi a casa per l'ora di cena, saliva le scale del suo appartamento piano piano, per udire anche se solo distrattamente, il vociare degli inquilini, il rumore delle posate, il ronzio della luce temporizzata installata nella tromba delle scale.

Il ragazzino poi, senza lettore mp3, mangiò e si diresse verso camera sua.

L'ordine mentale che gli procuravano quei momenti era infinito. Non era ne troppo tardi, ne troppo presto per coricarsi, era la fine della sera, l'inizio della notte, un momento per meditare e far finta che possa durare eternamente. Aspettava di poter scorgere la prima stella nel cielo estivo, si concentrava per sentire il silenzio a modo suo, non importa se sotto c'era una strada, gli bastava evitare di scorgere o comprendere voci, egli focalizzava la propria mente sull'orizzonte intorpidito e si sentiva leggero.

Dopotutto era solo un ragazzino, ma aveva capito che la vita non perdona i passi falsi, conviene ritagliarsi piccole dimensioni finite nella vita quotidiana e dare spazio alle piccole illusioni. Nessuno può sopravvivere, senza consumarsi in un sol colpo, all'idea di un unica giornata composta solamente dalla propria vita.

Il ragazzino poi, preparò il proprio zainetto, aggiornò la libreria del suo lettore mp3, e si coricò.

Intrappolato tra le pareti del Tempo

Feci rifornimento e ripartii. Pioveva, il rumore dei tergicristalli mi accompagnava nella notte mentre i lampioni illuminavano a tratti il mio percorso. Dalla tangenziale imboccai ben presto l'autostrada e dirigendomi verso casa pensai a quanti chilometri mi separavano dal mio letto. Me la presi comoda, non volevo correre troppo ed ero molto stanco, quindi ogni tanto abbassavo il finestrino per una boccata d'aria gelida oppure contavo mentalmente da 1 a 100 per tenere il cervello sveglio. Era Domenica sera, pensavo a quando sarei stato a casa pensavo a domani che sarebbe stato Lunedì. Mi fermai per una sosta in un autogrill, presi un caffè e poco dopo ripartii un po' più sveglio di prima. L'autostrada, come le rotaie mi hanno sempre affascinato, sono simboli, oasi costruite dall'uomo per spostarsi più velocemente e combattere i limiti imposti. Mi fermai ad un altro autogrill, stavo temporeggiando perdevo tempo, in cuor mio non volevo tornare a casa ma avrei anche voluto che quel viaggio finisse, avrei voluto che la giornata tornasse e non volevo che l'indomani il sole sorgesse. Mi sedetti in un muretto e guardai l'autostrada fredda e rozza, poco dopo rivolsi lo sguardo verso il cielo ma non si vedevano le stelle. Voi ora penserete che fossi molto confuso, forse dovreste essere confusi voi a non aver mai voluto fermare il tempo. Di certo non credo che ciò che è la vita di tutti i giorni possa essere definita “normale” senza canoni di confronto, voglio dire dopotutto nessuno di noi ha mai invertito l'andamento delle situazioni o sperimentato alternative.

Poco dopo realizzai che ero schiavo di forze maggiori infatti anche stando fermo il tempo mi faceva scivolare nella direzione da lui prefissata, tenendomi tra due pareti impossibilitato ad andare indietro, impossibilitato ad andare troppo avanti, dovendo tenere l'andatura che a più lui piace.

Intrappolato tra le pareti del tempo.

Respiro

Ho imparato a respirare e non me ne sono più scordato
dando per scontato
molte
troppe
infinite volte
che niente è lasciato al caso.
E' terribile dimenticare qualcosa che si possiede,
che sia una capacità
una dote
un'esperienza,
ma è ancora più terribile avere tutte queste cose
e dimenticare di possederle.

Tempo

Il tempo è redentore
il tempo è tiranno,
facciamo i conti solo con un'infinitesima parte di esso
del restante
facciamo finta di non vedere.

Colloquio tra l'Uomo e l'Universo.

- "Cosa pensi di me?! Rispondi!!"
silenzio
- "Solo perchè tu sei immensamente grande io non devo contare nulla?"
silenzio
- "La mia presenza è insignificante se presa in considerazione con la tua unità di misura"
silenzio
- "La mia esistenza è piccola rispetto al tuo potere"
silenzio
- "Cosa ti rende così grande?"

quando l'uomo morì l'universo rispose ridendo...

- "Il Tempo"

Pausa

Riverso su quest'ombra
guardando l'erba profumata
nell'ora in cui il sole ha immediatamente iniziato il suo declino
cullato dall'idea che il silenzio possa salvarmi
in quest'oasi colorata
circondata di rose,

rose senza spine.

Il Faro

Sono a guardia di un faro
in mezzo al mare

scruto l'orizzonte ogni giorno
traggo piacere dalle piccole cose

la sera mi è amica
e i tramonti sono sublimi.

Il mio corpo è il mio faro
uso il mio corpo per scrutare il mondo

ogni giorno l'orizzonte sembra così piatto
e traggo piacere dalla mia consapevolezza di esistere

la sera mi è amica
e solo se lo voglio
i tramonti sono sublimi.

Mi spaventa l'idea
di accorgermi solo alla fine
di aver scrutato il mare nel modo sbagliato
senza poter più tornare indietro.

Lotterò perché non sia così.

Vento d'Aprile

Al vento d'aprile
mentre salendo si chiude
il mio vacuo pensiero

Su di una verde collina
all'ombra di un castano
rendo omaggio a questo vino
sorseggiandolo lentamente

Alle note rilassanti,
di questo sapiente pianista
che mi regala ispirazione

L'erba scossa dal mio pensiero
errante e malinconico
oscilla rassegnata.

L'uomo dalla testa rotonda

Il cielo in fiamme quella mattina d'autunno l'uomo dalla testa rotonda si alzo' dal letto nel suo monolocale, il suo fare insoddisfatto le sue mani sempre nelle stesse posizioni, aprì la finestra e capì che era giunta l'ora. Piccolo e vittima di una forte calvizia si guardava allo specchio con quei occhiali rotondi e spessi ma non pensava mai a niente in quei momenti e non gli andava di farlo proprio oggi.

Si vesti' con camicia cravatta e pantaloni tutto in blu scuro ma niente giacca perché non faceva ancora abbastanza freddo, infine prese la sua valigia e usci' di casa, camminava distratto verso la metro' e non guardava mai un punto fisso, se poteva leggeva un giornale, un modo come un altro per non aver noie da nessuno.

La morte pero' non tiene conto di queste cose.

Sotto terra in traslazione orizzontale verso il posto di lavoro l'uomo dalla testa rotonda stava seduto nel metro' guardando fuori nel buio a dimensione finita; ogni tanto leggendo qua e la i titoli in prima pagina ma sempre senza pensare.

Cosa sa un uomo di quale può essere il risultato di molteplici azioni e interessi?

L'uomo dalla testa rotonda camminava affrettandosi e il cielo ora era azzurro, mai alzava la testa per guardarlo come quando si cerca di non guardare un dolce se si e' a dieta ma i paragoni possono essere soggettivi. Entro' in ufficio tra tutta quella gente cosi' strana, si perché' lui li vedeva così: tutti strani tutti troppo presi per pensare alle cose più ovvie, una paura crescente gli prese.

Cosa spinge le persone a seguire schemi predefiniti in base all'epoca in cui nascono? Quali sono le chiavi qual e' la differenza tra un'apertura mentale verso le cose cosi' ampia da ritornare a zero come i minuti di un'orologio dopo il sessantesimo secondo?

Ma lui non ci aveva pensato mai! MAI dico mai, e invece quella mattina vide il contenitore dell'acqua trasparente, un collega andò a prelevarne un po' e lui vide le bolle d'aria risalire al suo interno; fu tutto chiaro, si fu tutto chiarissimo come quando un forte vento sposta una coltre di nebbia profondissima. Si mise a piangere, era dunque in pace, stava cosi' bene, oddio si stava troppo bene, e senza pensare si avvicinò alla finestra e la aprì: ora poteva guardare il cielo. Si gettò dal sesto piano del suo ufficio in quella normalissima mattina d'autunno con le lacrime che scivolavano dalle sue guance e si sfracellò al suolo.

Lui non c'e' più, e non e' nemmeno altrove, semplicemente lo scorrere dei suoi pensieri vuoti si e' fermato. Quello che ci può essere dopo la morte, nel mondo reale, non ha più importanza ma quello che c'è al di fuori della vita reale non esiste.
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