Feci rifornimento e ripartii. Pioveva, il rumore dei tergicristalli mi accompagnava nella notte mentre i lampioni illuminavano a tratti il mio percorso. Dalla tangenziale imboccai ben presto l'autostrada e dirigendomi verso casa pensai a quanti chilometri mi separavano dal mio letto. Me la presi comoda, non volevo correre troppo ed ero molto stanco, quindi ogni tanto abbassavo il finestrino per una boccata d'aria gelida oppure contavo mentalmente da 1 a 100 per tenere il cervello sveglio. Era Domenica sera, pensavo a quando sarei stato a casa pensavo a domani che sarebbe stato Lunedì. Mi fermai per una sosta in un autogrill, presi un caffè e poco dopo ripartii un po' più sveglio di prima. L'autostrada, come le rotaie mi hanno sempre affascinato, sono simboli, oasi costruite dall'uomo per spostarsi più velocemente e combattere i limiti imposti. Mi fermai ad un altro autogrill, stavo temporeggiando perdevo tempo, in cuor mio non volevo tornare a casa ma avrei anche voluto che quel viaggio finisse, avrei voluto che la giornata tornasse e non volevo che l'indomani il sole sorgesse. Mi sedetti in un muretto e guardai l'autostrada fredda e rozza, poco dopo rivolsi lo sguardo verso il cielo ma non si vedevano le stelle. Voi ora penserete che fossi molto confuso, forse dovreste essere confusi voi a non aver mai voluto fermare il tempo. Di certo non credo che ciò che è la vita di tutti i giorni possa essere definita “normale” senza canoni di confronto, voglio dire dopotutto nessuno di noi ha mai invertito l'andamento delle situazioni o sperimentato alternative.
Poco dopo realizzai che ero schiavo di forze maggiori infatti anche stando fermo il tempo mi faceva scivolare nella direzione da lui prefissata, tenendomi tra due pareti impossibilitato ad andare indietro, impossibilitato ad andare troppo avanti, dovendo tenere l'andatura che a più lui piace.
Intrappolato tra le pareti del tempo.
Poco dopo realizzai che ero schiavo di forze maggiori infatti anche stando fermo il tempo mi faceva scivolare nella direzione da lui prefissata, tenendomi tra due pareti impossibilitato ad andare indietro, impossibilitato ad andare troppo avanti, dovendo tenere l'andatura che a più lui piace.
Intrappolato tra le pareti del tempo.
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