Odori

A me piacciono i fiori, nelle praterie. Per voi invece sono una perdita di tempo. Voglio essere più preciso. Voi, vi accorgete dell'arrivo della primavera guardando un fiore. Io invece porgo il naso a ovest una sera, e sento che l'aria è cambiata, non saprei come descrivere questa sensazione, o meglio: l'odore. E' un odore diverso, come se insieme all'aria arrivassero mille campanelle in festa ma per un istante. Poi tutto scompare. Come se passasse un venditore di spezie itinerante con tanti sonaglietti, trombette e delicate armonie. Poi taac! Sparito. Ma tu sai che l'hai visto, e sai che prima o poi tornerà e che tra qualche mese sarà li, di fronte casa tua, in pianta stabile per tutto il durare della primavera. Normalmente, quando il cielo è grigio voi pensate "Pioverà? Non pioverà?". Io porgo il naso al cielo e l'umidità penetra le mie narici, so dirvi di certo se pioverà. E' come annusare un secchio d'acqua d'estate, quando avete sete. Capito cosa intendo? Non ho i poteri solo un naso sopraffino. Ci sono altri esempi che voglio illustrarvi, a voi, a voi ai quali non interessano i fiori nelle praterie. Capirete dopo il perché.

Quando mia madre si sveglia, io so per certo in anticipo che tempo fa fuori. Mia madre si alza, apre il balcone richiude subito la finestra e taac. Entra uno spiffero che si fa largo sotto l'uscio della porta di camera mia e mi porta la notizia. Questo è molto facile da capirsi d'inverno. L'odore di umido di muffa o del cielo sgombro di nubi è inconfondibile.

Ogni persona ha il suo odore, più o meno forte. Ciascun odore si confonde e si mescola ogni giorno con il profumo che quella persona indossa. Non mi piace l'odore di tutte le persone ma lo sento, è forte, soprattutto nelle case. Dove la gente vive. Saprei distinguere ogni stanza ogni casa a occhi chiusi. Mi basterebbe sentirne l'odore. Saprei dirti chi, delle persone che conosco, ci vive. Basta che io ci sia stato qualche volta. Il gioco è fatto.

Le giacche, portano l'odore di fuori, l'odore della città in cui vivi. La tua sciarpa può dirmi se vivi in una città piuttosto che un'altra. Lo dice l'odore della quale si impregna. Non siate mercanti avidi con il vostro naso. Siate delle puttane prive di pudore. A voi che non interessano i fiori nelle praterie semplicemente perché non ne sentite il profumo.

Le cattive e buone intenzioni di una persona si percepiscono dall'odore che emana, l'adrenalina ha questa capacità. La fiducia che ispira una persona è determinata anche dall'odore che essa emana.

LettoPorto

Ci sono delle volte in cui il sonno diventa l'ascensione leggera all'etereo. Un sorvolare leggeri, la pianura, fino a sprofondare in un sonno più profondo, come una crepa nel sottosuolo, come l'ergersi di un profondo greto di fiume scavato nei millenni. E qui', si fa più larga l'altitudine. E' un colpo svegliarsi dal sonno profondo perché è come cadere da mille piedi d'altezza. Meglio invece atterrare piano piano, con un volo a piuma, pochi metri da terra. Atterraggio non sempre facile aggiungerei.

Le pennichelle sono alianti a bassa quota che solcano quasi naso contro naso la spiaggia d'inverno. I sonni ben riusciti sono silenzi di stelle nel cielo nero inchiostro. Aerei di carta frutto dei nostri sogni morbidi come cuscini. Ma capita di avere notti insonni, quando non sai se stai levitando o se stai cadendo, quando la tempesta ti rende il letto insopportabilmente freddo e non sai se ti riaddormenterai; peggio di tutto quando la mattina, hai la sensazione di non aver dormito.

Nelle notti d'estate sembra di volare in un'orbita prossima al sole mentre mille ananas che sanno di sudore si raggomitolano attorno al tuo naso.

Ci sono notti di volo in cui speri di non svegliarti più per poter staccare la spina dalla realtà il più a lungo possibile, come un ristoro, una baita dopo la cima innevata e fredda, proprio quando sei stremato. Una pergola, un riparo dallo scrosciare di un acquazzone. Notti in cui non sai se il buio che ti avvolge è stretto come un cappio al collo oppure immenso come lo spazio siderale.

Un consiglio: sforzati di conciliare il sonno tirando le somme della tua giornata. Il sonno va curato fin dal primo mattino, non è come "tornare a casa e gettare gli abiti sporchi per terra e chi si è visto si è visto" è piuttosto come "uscire con la tua amata e prepararti fin dal mattino, addirittura dal giorno prima". E' una cosa particolare insomma. Se è inverno copriti bene, altrimenti come in un viaggio lungo arriverai semi assiderato al mattino. Svegliarsi freddi è davvero stancante. Non togliere ore al sonno, toglile ai finti interessi ai pretesti inutili, alle persone seccanti.

Ci sono sonni in cui sembra di affogare nella nebbia, ma l'aria non manca, notti in cui non vedi ad un palmo di naso. Sono le notti in cui non sogni nulla. Ti senti ben riposato, come se una perpetua estensione della giornata precedente ti avesse annodato la cravatta, come se non ti fossi mai tolto i vestiti e l'imbrunire, il crepuscolo delle ore prima, fosse un'illusione teatrale.

Alcuni risvegli, soprattutto nelle ore tarde dei giorni di festa, si popolano di grottesche sensazioni di abbandono. Atterri con il tuo letto aeroplano e trovi la casa deserta. "Dove saranno tutti?" ti chiedi mentre il motore del tuo aereo a sbadigli scende di giri. Possibile che io sia atterrato nell'lettoporto sbagliato? La mia amata? La mia famiglia? Ma poi un bigliettino in qualche tavolino del salotto, o in cucina, ti fa capire che qualcuno a te famigliare, lì c'è stato. Allora puoi mettere l'aereo nel suo hangar, o meglio, rifare il letto.

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