Era cambiato il vento, l'odore tipico delle serate estive era pungente famigliare quasi mi faceva sentire a casa. Feci marcia indietro, lungo il sentiero di ghiaia che mi avrebbe portato a casa intrecciavo i miei pesanti pensieri pungendomi le mani. Ascoltando il sole tramontare, guardavo il rumore dell'erba piegata dal vento. Gustavo il pizzichio che provocavano i sassi lungo i miei piedi nudi.
Accovacciato sulle scale di casa me ne stavo ad ammirare le stelle domandandomi, se può il mio pensiero varcare le soglie dell'universo, un'intreccio cosmico di energia ed esistenza, l'annullamento delle leggi fisiche imposte da forze maggiori.
Sull'amaca dondolando nella notte, osservavo il silenzio che ora mi circondava, poi, chiusi gli occhi e mi lasciai andare nel mio sonno consolatore.
Accovacciato sulle scale di casa me ne stavo ad ammirare le stelle domandandomi, se può il mio pensiero varcare le soglie dell'universo, un'intreccio cosmico di energia ed esistenza, l'annullamento delle leggi fisiche imposte da forze maggiori.
Sull'amaca dondolando nella notte, osservavo il silenzio che ora mi circondava, poi, chiusi gli occhi e mi lasciai andare nel mio sonno consolatore.
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