L'uomo dalla testa rotonda

Il cielo in fiamme quella mattina d'autunno l'uomo dalla testa rotonda si alzo' dal letto nel suo monolocale, il suo fare insoddisfatto le sue mani sempre nelle stesse posizioni, aprì la finestra e capì che era giunta l'ora. Piccolo e vittima di una forte calvizia si guardava allo specchio con quei occhiali rotondi e spessi ma non pensava mai a niente in quei momenti e non gli andava di farlo proprio oggi.

Si vesti' con camicia cravatta e pantaloni tutto in blu scuro ma niente giacca perché non faceva ancora abbastanza freddo, infine prese la sua valigia e usci' di casa, camminava distratto verso la metro' e non guardava mai un punto fisso, se poteva leggeva un giornale, un modo come un altro per non aver noie da nessuno.

La morte pero' non tiene conto di queste cose.

Sotto terra in traslazione orizzontale verso il posto di lavoro l'uomo dalla testa rotonda stava seduto nel metro' guardando fuori nel buio a dimensione finita; ogni tanto leggendo qua e la i titoli in prima pagina ma sempre senza pensare.

Cosa sa un uomo di quale può essere il risultato di molteplici azioni e interessi?

L'uomo dalla testa rotonda camminava affrettandosi e il cielo ora era azzurro, mai alzava la testa per guardarlo come quando si cerca di non guardare un dolce se si e' a dieta ma i paragoni possono essere soggettivi. Entro' in ufficio tra tutta quella gente cosi' strana, si perché' lui li vedeva così: tutti strani tutti troppo presi per pensare alle cose più ovvie, una paura crescente gli prese.

Cosa spinge le persone a seguire schemi predefiniti in base all'epoca in cui nascono? Quali sono le chiavi qual e' la differenza tra un'apertura mentale verso le cose cosi' ampia da ritornare a zero come i minuti di un'orologio dopo il sessantesimo secondo?

Ma lui non ci aveva pensato mai! MAI dico mai, e invece quella mattina vide il contenitore dell'acqua trasparente, un collega andò a prelevarne un po' e lui vide le bolle d'aria risalire al suo interno; fu tutto chiaro, si fu tutto chiarissimo come quando un forte vento sposta una coltre di nebbia profondissima. Si mise a piangere, era dunque in pace, stava cosi' bene, oddio si stava troppo bene, e senza pensare si avvicinò alla finestra e la aprì: ora poteva guardare il cielo. Si gettò dal sesto piano del suo ufficio in quella normalissima mattina d'autunno con le lacrime che scivolavano dalle sue guance e si sfracellò al suolo.

Lui non c'e' più, e non e' nemmeno altrove, semplicemente lo scorrere dei suoi pensieri vuoti si e' fermato. Quello che ci può essere dopo la morte, nel mondo reale, non ha più importanza ma quello che c'è al di fuori della vita reale non esiste.

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